Ogni anno la città di Nizza Monferrato organizza il “Festival dei libri e delle idee: Libri in Nizza”.
Quest’anno il 21 ottobre l’evento si è aperto con la presentazione della ricerca sulle Case e opere delle FMA in Italia, pubblicata recentemente dall’ed. Palumbi di Teramo: Le Figlie di Maria Ausiliatrice in Italia (1872-2022). Case e opere a cura di Paola Cuccioli e Grazia Loparco.
La presentazione vivace e coinvolgente è stata realizzata da suor Paola Cuccioli, incaricata dell’Archivio storico interispettoriale di Nizza Monferrato e curatrice con suor Grazia Loparco dei due Volumi. Sedute sul palco organizzato come salotto di incontri ha risposto alle domande della dott. Antonella Cavallo con disinvoltura e convinzione.
Dopo una breve rievocazione dell’origine della Casa-madre delle FMA, aperta a Nizza Monferrato da S. Giovanni Bosco e da S. Maria D. Mazzarello come scuola per le ragazze, ci ha fatto entrare nel cuore dell’accurata ricerca storica svoltasi nell’arco di quattro anni da parte di sette FMA delle attuali sette Ispettorie italiane.
I due volumi, per circa 1400 pagine, ci fanno conoscere le attività svolte in 1173 Case/Comunità religiose con le opere realizzate dalle religiose in Italia in 150 anni, dal 1872 al 2022.
Le Case sono suddivise secondo le Regioni d’Italia, che si susseguono in ordine cronologico secondo l’anno della fondazione: Piemonte, Liguria, Sicilia nel primo volume; a seguire Veneto, Lombardia e tutte le altre regioni (eccetto il Molise) nel secondo volume.
Ciò che si rileva con stupore dalla ricerca è il fatto che in Piemonte e Valle d’Aosta le FMA nell’arco di 150 anni hanno aperto case ed opere nello otto province piemontesi per un totale di 373 in 222 Comuni o frazioni. Interessante è il costatare che tra il 1890 e il 1969 si sono avviate nuove case con ritmi che superano le 30 aperture per ogni decennio.
Alla domanda sulle opere educative oggi presenti a Nizza nell’edificio della Casa-madre suor Paola risponde che sono attive la Scuola dalla Sezione Primavera alla Scuola superiore di primo grado, il Centro di formazione professionale, l’Archivio storico che ingloba i fondi delle sei Ispettorie del Piemonte che sono state unificate nel 2003, il Centro estivo e varie attività culturali, musicali e sportive.
Il grande edificio della Casa-madre – nota suor Paola – è come il Lego, perché si è andato ampliando e arricchendo con il passare del tempo per rispondere alle sempre nuove domande educative delle ragazze/i e delle famiglie.
Presenta poi più in dettaglio l’Archivio storico aperto al pubblico circa dieci anni fa e ricco di documentazione interessante per eventuali ricerche di carattere storico, pedagogico, sociale e afferente alla vita religiosa salesiana anche in rapporto al territorio, dato che l’Istituto “Nostra Signora delle Grazie” è direttamente intrecciato con la storia della città di Nizza Monferrato.
Un evento significativo di questo rapporto con il Comune nicese è il conferimento nel 2022 della cittadinanza onoraria non solo alla Madre generale dell’Istituto, ma alle 11.000 FMA che lo compongono.
Si può dire che Nizza è una città aperta in prospettiva mondiale fin dalle origini, in quanto nel Noviziato “S. Giuseppe” sulla collina detta “La Bruna” si formavano le missionarie che poi venivano inviate nei cinque Continenti.
L’evento “Libri in Nizza” ha quindi aiutato i cittadini di questa città e dei dintorni accorsi numerosi a cogliere, attraverso la presentazione dei due Volumi curati da suor Grazia Loparco e da suor Paola Cuccioli, la significatività della presenza del carisma dell’Istituto FMA, seme di futuro per tante famiglie, per tanti bambini e giovani che frequentano questa Casa ricca di storia, di speranza e di santità.
La pubblicazione, a cura di Paola Cuccioli e Grazia Loparco, Figlie di Maria Ausiliatrice, è frutto di una ricerca durata quattro anni da parte di sette FMA, membri dell’ Associazione Cultori di Storia Salesiana (ACSSA) Italia: Paola Cuccioli (Piemonte, Valle d’Aosta); Maria Stella Calicchia (Liguria, Emilia Romagna, Toscana); Loredana Corazza (Lombardia); Bruna Calgaro (Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia); Claudia Daretti (Lazio, Marche, Umbria, Abruzzo, Sardegna); Lucia Vizzi (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria); Carmela Maria Coniglione (Sicilia).
Si tratta del completamento di una precedente ricerca del 2011 a cura di Grazia Loparco e Maria Teresa Spiga, Donne nell’educazione. Le Figlie di Maria Ausiliatrice in Italia (1872-2010). Documentazione e saggi, Roma, LAS 2011. Lì si erano registrati i dati fondamentali di tutte le Case fondate in Italia dal 1872 al 2010, con le statistiche relative a tutte le FMA professe distribuite per regioni di origine e per decenni, come pure alle FMA decedute o uscite dall’Istituto, sempre per decenni, e indicati per regione. Inoltre si erano riportate numerosissime denominazioni relative alle opere, raccolte in 11 macrocategorie, da quelle più esplicitamente educative, come quelle di istruzione declinate in tutte le variabili, fino alle opere sorte per rispondere a emergenze temporanee (guerre, emigrazioni, catastrofi naturali…).
La raccolta dei dati relativi alle opere era avvenuta per gli anni tondi del decennio (1880, 1890, 1900, ecc.), dunque sfuggivano i cambiamenti e le continuità per gli anni intermedi della decade. Per questo si è sentita l’esigenza di completare il lavoro, precisando la durata di ogni opera in ogni Casa, tenendo conto che ogni Comunità era impegnata in varie attività formative. Una minuziosa ricognizione consegna così ora al lettore una gamma molto ampia di attività che dal nord al sud ha seguito l’evoluzione del Paese, ponendosi dall’ottica delle esigenze educative riferite soprattutto alle fasce giovanili femminili delle classi popolari. Denominazioni e date sono più che numeri, poiché portano impresse le scelte educative maturate nel tempo.
In ogni Casa si apre uno scenario da contestualizzare, e così nelle opere di ogni regione, di ogni periodo, o si può studiare nella complessità socioculturale ed economica, oltre che religiosa e delle istituzioni educative. Le schede illustrano il modo in cui si è declinato l’impegno di formare “buone cristiane e oneste cittadine” in una società in trasformazione, non omogenea.
La fonte principale dei dati è stata la serie annuale degli Elenchi generali dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, selezionando l’Italia. Circa 14.000 religiose italiane si sono avvicendate nelle case e nelle opere, oltre quelle partite per le missioni.
sr Piera Cavaglià