Ogni ultimo giovedì del mese alcune ragazze del CFP Mazzarello, che si trova all’interno dell’Istituto Sacro Cuore di Torino, vanno presso l’ufficio migranti per la manicure gratuita alle immigrate, accompagnate dalla loro formatrice Patrizia Carotenuto, estetista.
Ecco l’intervista che abbiamo fatto proprio a Patrizia.
– Com’è nata questa idea e da quanto tempo?
Questa idea è nata l’anno scorso quando con la classe siamo state a far visita all’Ufficio Pastorale Migranti, durante la lezione di italiano rivolta ad alcune donne immigrate. Le nostre ragazze hanno interagito bene con loro durante la visita, così abbiamo pensato di regalare loro un momento di coccole eseguendo il trattamento manicure.
– Come hanno risposto le ragazze?
Grande partecipazione da parte delle allieve nonostante le difficoltà di lingua. Hanno dimostrato tanta passione nello svolgere questo trattamento, rivolto a donne con un vissuto difficile. Ad ogni incontro ogni allieva ha eseguito una manicure e un massaggio rilassante alla mano su 2 o 3 donne.
– Un’esperienza ricca a tanti livelli, personale, professionale, sociale: quali frutti pensa porti questa esperienza alle ragazze?
Maggior attenzione ed empatia nei confronti dell’altro. Oltre all’arricchimento umano questa esperienza ha aumentato l’entusiasmo e la passione per la propria professione, che diventa servizio.
– C’è qualche episodio particolare che può raccontarci?
Le ragazze, anche le più timide, sono riuscite a gestire con serenità l’attività e a fare in modo che la donna in questione iniziasse una relazione di confronto e di dialogo con loro. Nonostante la giovane età sono riuscite a vincere ogni timore e ansia per portare a termine la prestazione.
Durante un trattamento una ragazza, che non aveva mai avuto un contatto personale con un bambino piccolo, si è commossa ascoltando la storia di vita della mamma a cui stava eseguendo il trattamento.
– Proporrebbe ad altri CFP che hanno la qualifica del benessere di ripetere l’esperienza?
Si, fortemente in quanto è un’esperienza che forma professionalmente e arricchisce nell’animo e nel cuore. Ogni vissuto di queste donne può lasciare un segno indelebile nelle giovani allieve e pertanto permette loro di crescere e di aumentare la propria motivazione nella professione. Il contatto diretto con chi ha vissuto esperienze difficili è molto più incisivo delle storie raccontate sui giornali.
– Quale consiglio potrebbe dare a chi volesse prendere il buon esempio da voi?
Non giudicare mai prima di avere un contatto verbale con persone che hanno avuto un vissuto forte e significativo nella loro vita. Si commette spesso questo errore, senza valutare che ogni singola persona ha un’esperienza significativa e piena di dolori e ferite da guarire.
– E per lei che esperienza è stata? Lo rifarebbe?
Per me è stata una fortissima esperienza, non solo professionale, ma anche umana. Ho potuto vedere l’amore che mettevano le mie allieve con queste donne e la comprensione durante il dialogo, anche quando qualcuna, raccontando il proprio vissuto, ha pianto cercando conforto.
Tratto dal Sito www.ciofs-fp.org