Carissime sorelle,
con gioia ci prepariamo a celebrare a livello mondiale la Festa della riconoscenza, che trova le sue origini nel contesto familiare di Valdocco e di Mornese.
Nata nella semplicità dell’esperienza salesiana, fin dall’inizio questa festa ha messo in movimento i cuori dei giovani e dei primi Salesiani a Valdocco, delle giovani e delle nostre prime sorelle a Mornese; da allora questa gratitudine gioiosa si è espressa di generazione in generazione nel nostro Istituto. In questa vivida e ininterrotta scia eccoci, oggi, a manifestare il nostro grazie al Padre per gli incommensurabili beni che ci elargisce, in particolare per il dono della Madre, di ogni FMA e comunità del nostro mondo.
Esprimeremo la nostra gratitudine alla Madre, vincolo di unità e di comunione nell’Istituto, per la sua esistenza donata pienamente e senza condizioni, esprimeremo la nostra gratitudine per la vita e la vocazione di ogni sorella, per le/i giovani, le laiche e i laici, i genitori, i membri della Famiglia Salesiana che condividono con noi la missione educativa, con i colori, i suoni, i segni, dell’Africa.
Vi comunico, infatti, con gioia che questa bellissima festa sarà celebrata a
Cotonou (Benin) nell’Ispettoria Africa Ovest Madre di Dio, il 26 aprile 2017
Il tema che le nostre sorelle ci propongono:
“Con un cuore oratoriano, nella comunità educante, portiamo con audacia ai giovani la gioia del Vangelo” ci interpella come FMA educatrici, responsabili di una missione comunitaria che passa attraverso le relazioni interpersonali, nello stile di famiglia tipicamente salesiano, e torna ad interrogarci su come rispondere sempre più e meglio alle esigenze della nuova evangelizzazione, che per noi si concretizzano nell’educazione integrale delle giovani e dei giovani specie più poveri.
Il tema proposto ci invita ad accrescere la convinzione che la realtà sia il luogo dell’incontro con Dio, consapevoli che non sono le pianificazioni a rinnovarci, ma il vedere la realtà con il Suo sguardo. (Cf Francesco, Lettera enciclica Lumen fidei n.4.)
È bene poi ricordare che i giovani, intervenuti al Capitolo Generale XXIII, ci hanno detto che per poter annunciare Gesù è necessario evangelizzare soprattutto con la vita; per questo attendono da noi uno sguardo pieno di benevolenza e di fiducia, desiderano che sappiamo ascoltare e accogliere la loro esistenza, stare con loro, amare ciò che a loro piace; studiare il loro linguaggio per capirli. Ci hanno chiesto, soprattutto, di essere piene di Spirito Santo e di condividere con la nostra vita la Buona Notizia.
Il tema proposto è riassunto nello slogan Con tutto il cuore, annunciamo la Gioia! e viene espresso per esteso nella raffigurazione del logo: un cuore rosso, grande, palpitante che si fa contenitore dai colori vivaci, il tam-tam, le capanne di cui una porta in alto una croce, il cielo crepuscolare che prepara il sorgere del sole, la via verdeggiante che conduce alla croce.
Le nostre sorelle dell’Ispettoria AFO ci offrono la chiave di lettura del tema nella traduzione grafica del logo
Con un cuore oratoriano: il cuore rosso e palpitante in questo logo, esprime la gioia di continuare il cammino alla sequela di Cristo per la salvezza dei giovani. Un cuore che è sempre pronto ad andare verso di loro, come quello dei nostri Fondatori, con quella carità pastorale che dovrebbe qualificare ogni presenza salesiana in qualsiasi opera e che si esprime in prossimità, bontà, pazienza, attenzione, ascolto, spirito di famiglia.
Nella comunità educante: le capanne, su una delle quali svetta la croce, significano le comunità che noi dobbiamo formare, con il cuore oratoriano che è una caratteristica inconfondibile dei nostri Fondatori. Però queste capanne non sono omologate e quella su cui è posta in alto una croce sta a significare la nostra presenza, come FMA, tra i nostri collaboratori che fanno parte della stessa comunità educante. Graficamente, quindi, la nostra comunità religiosa occupa un posto preminente per la responsabilità di testimonianza, di animazione, di significatività pastorale che caratterizza la nostra vocazione, ma anche si colloca nello stesso spazio/territorio delle altre capanne a significare che, proprio con la sua specifica identità, riconosce, condividendolo, il valore della comunità che nel contesto africano è concepita come una grande famiglia. Infine la contiguità quasi intersecante delle capanne tra di loro sottolinea la comunione con e tra i collaboratori nella missione educativa.
Portiamo ai giovani con audacia: il cielo crepuscolare qui non prepara la notte, bensì il sorgere del sole.
Dietro le capanne da una parte i colori di un cielo crepuscolare si congiungono e si fondono con il colore del cuore e dall’altra un cielo blu è dominato da un grande luminoso sole. Ad operare questo passaggio è l’audacia d’amore con cui salesianamente, con cuore oratoriano, sollecito e palpitante, come quello dei nostri Fondatori, si va verso i giovani, aperti all’azione dello Spirito là dove Lui ci invia. Viene espresso in immagine simbolica un bellissimo proverbio africano: «là dove ci si ama, non scende mai la notte!»
La gioia del Vangelo: il tam-tam e la via verdeggiante che conduce alla croce.
La gioia del Vangelo viene rappresentata dal tam-tam che, inclinato verso la via verdeggiante, esprime il nostro impegno di seminare la gioia della Buona Novella nel cuore dei giovani, impegno significativo se sostenuto da un’esperienza concreta nella comunità. Chi ha incontrato il Signore e lo segue fedelmente è messaggero di gioia. Il tam tam diviene, quindi, segno della gioia che, felici della nostra vocazione, testimoniamo con la vita e che consente ai giovani di riconoscere in noi la presenza di Dio.
La via è verdeggiante, perché crediamo che i semi fioriranno e daranno frutto nonostante, talvolta, l’apparente durezza del cuore dei nostri destinatari. Il nostro obiettivo è di aiutare tutti i giovani a scoprire e incontrare Cristo con il quale dimoriamo e di cui contempliamo il volto; per questo la via porta alla croce che è situata in alto sulla nostra casa – comunità.
Le sorelle dell’Ispettoria AFO ci propongono un Triduo in preparazione al giorno 26 aprile 2017 (sarà inserito nel Dossier che troverete nel sito web dell’Istituto insieme alle notizie relative alla storia dell’Ispettoria), e una preghiera di affidamento a Maria (Allegato 1) che sarebbe bello fosse pregata dalle FMA di tutto il mondo durante il mese di preparazione alla festa del Grazie. Sappiamo che la preghiera precede e sostiene ogni nostra azione, ci aiuta a rafforzare la comunione e l’unità, doni dello Spirito Santo e caratteristiche della vitalità del nostro carisma.
La parola di Dio scelta per la celebrazione eucaristica è il brano del Vangelo delle Nozze di Cana, Giovanni 2,1-11: “Fate quello che vi dirà”. Maria interviene nei confronti dei servi e la parola che rivolge loro non specifica le cose da fare, invita piuttosto alla disponibilità, alla fede totale in Gesù. Lei ha ascoltato Gesù divenendo la prima discepola ed invita i servi a fare lo stesso. Gesù è la Parola: se ascoltiamo lui, l’acqua della nostra umanità si muta nel vino della sua divinità.
Tenendo presente il tema della festa, centrato sul Cuore Oratoriano vissuto come Comunità Educante e per rendere più facile il coinvolgimento di tutti, nella preparazione, si chiede ad ogni Ispettoria di inviare una o due fotografie (con il relativo commento) che esprimano il vissuto del “cuore oratoriano”. Con tutte le foto sarà realizzato un montaggio, da offrire alla Madre, in cui si documenterà come l’Istituto sta vivendo l’impegno assunto nel Capitolo Generale XXIII. A scanso di possibili interpretazioni riduttive, mi permetto di sottolineare che il cuore oratoriano rimane per noi oggi un criterio di rinnovamento dell’identità salesiana e un modello educativo di riferimento. L’espressione cuore oratoriano vuole precisamente significare la consapevole accoglienza della propria identità educativa, insieme all’impegno di vivere costantemente lo spirito del da mihi animas. È quindi lo stile con cui sostanziare la nostra pastorale in tutte le tipologie delle opere e di azione educativa in cui siamo chiamate a portare l’Annuncio di salvezza e di gioia ai giovani.
Le foto, in formato digitale, andranno inviate entro il 1° aprile p. v. a suor Tiziana Borsani, indirizzo: tizianaborsani@gmail.com.
Non possiamo dimenticare l’espressione della solidarietà che rafforza lo spirito di famiglia e ci aiuta ad allargare lo sguardo al mondo, perciò le offerte per la Festa del Grazie che le varie Ispettorie intenderanno erogare saranno inviate all’Economato generale e serviranno per urgenti necessità dell’Istituto e per finanziare la costruzione di un centro di formazione e di una casa di accoglienza nel comune rurale di Koubri per le ragazze senza risorse, nello stato del Burkina Faso dove l’Ispettoria AFO, in occasione del 25º anniversario della sua nascita, aprirà queste nuove presenze.
Abbiamo da poco iniziato la commemorazione del 140° anniversario della partenza missionaria delle prime FMA da Mornese. Questa celebrazione illumina il cammino dell’Istituto e ci fa esultare di gratitudine per il coraggio e l’audacia delle nostre giovani sorelle, poche, povere, sprovvedute di mezzi e di cultura, ma piene del fuoco dell’amore di Dio che con la loro coraggiosa risposta alla chiamata hanno inaugurato la nostra storia missionaria, aprendo una strada che ci avrebbe portato ai giovani di tutti i continenti.
Dalle origini, l’ardore missionario non è mai venuto meno, anzi si potenzia e si amplifica nell’accoglienza dei nuovi appelli di Dio e della storia, a contatto con le inedite periferie esistenziali e geografiche.
La vita delle nostre prime missionarie è la testimonianza più eloquente che la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita di coloro che si incontrano con Gesù (EG 1) e lo annunciano. Con loro anche noi vogliamo fare della nostra vita un annuncio gioioso di Gesù. Ci sembra il modo migliore per prepararci a questa festa.
A Maria, Immacolata, Aiuto potente, Madre e Maestra, vera Superiora del nostro Istituto, affidiamo la vita e la missione della nostra Madre, che fin da ora vogliamo raggiungere con il nostro grazie corale.
Vi saluto a nome suo e delle sorelle del Consiglio. Insieme continuiamo a pregare per la pace in molti Paesi feriti dalla guerra e da tante violenze. Ricordiamo le nostre sorelle che vivono e lavorano in queste Terre, condividendo i timori, le speranze e la sofferenza di tanta gente.
Con affetto e gratitudine.
Roma, 11 febbraio 2017
PREGHIERA A MARIA in preparazione alla festa del Grazie
Suor Chiara Cazzuola
Vicaria generale