È stato il titolo del corso realizzato a Ginevra dall’Ufficio dei Diritti Umani e dal VIDES Internazionale dal 4 al 14 marzo 2016. I partecipanti al corso le Consigliere ispettoriali di Pastorale giovanile del Piemonte, Lombardia, Sicilia, Polonia, Timor Leste e AFO.
A livello dell’Ambito di Pastorale giovanile era parso importante insistere sull’educazione ai diritti umani nelle nostre scuole e centri educativi facendo cogliere allo stesso tempo il significato e l’importanza della presenza dell’Istituto e del VIDES alle Nazioni Unite.
Progettando una serie di corsi nelle diverse lingue ci si era poste come obiettivi la capacità nel saper leggere le situazioni del proprio territorio con riferimento alle violazioni a livello dei diritti umani, conoscere gli impegni che il proprio Paese si assume ratificando le convenzioni internazionali, individuare secondo il metodo educativo salesiano come intervenire per implementare rafforzare e proteggere i diritti dei bambini, dei giovani e delle donne.
Ci si è mosse sulla linea degli ultimi Capitoli Generali con la sicurezza che l’agire umano quando tende a promuovere la dignità e la vocazione integrale della persona, la qualità delle sue condizioni di esistenza, l’incontro e la solidarietà dei popoli e nazioni è conforme al disegno di Dio.
Volendo dare la possibilità di vivere un’esperienza significativa si è impostato il corso (in lingua italiana) parallelamente alla 31° sessione del Consiglio dei Diritti Umani.
Il corso, di natura teorico-pratica, ha visto l’alternarsi di informazioni, scambi di esperienze, lavori di laboratorio, incontri con rappresentanti di organismi non governativi, della Santa Sede, delle Missioni Permanenti, e dell’Alto Commissariato dei Diritti Umani. Fondamentale è risultata la partecipazione diretta ad alcune sessioni del Consiglio dei Diritti umani ascoltando le relazioni degli esperti e gli interventi degli Stati. Con l’aiuto di suor MariaGrazia Caputo (IIMA) e di suor Leonor Salazar (VIDES) ci si è chieste all’inizio che cosa comportasse oggi confrontare il progetto educativo salesiano con le nuove sfide a livello mondiale. Si tratta di sfide che ci raggiungono a livello di Ambienti (perché ci chiediamo che senso abbia la nostra opera oggi sul territorio, per chi è sorta, se risponde ancora ai motivi per cui è sorta), di Destinatari dei Collaboratori e dei Metodi e strumenti che utilizziamo.
Sull’esempio di Don Bosco che ha saputo dialogare e comunicare a vari livelli per il bene dei suoi giovani si è riflettuto sul fatto che dobbiamo saper reinterpretare il Sistema Preventivo utilizzando un linguaggio che ci permetta di dialogare con tutti: il linguaggio dei Diritti Umani
Con la consapevolezza che siamo chiamate a valutare la capacità della nostra proposta educativa pastorale di comunicare il Vangelo e di fare incontrare i giovani con Gesù, anche attraverso un’educazione che li liberi da ogni povertà ed emarginazione, è risultato significativo confrontarsi con il linguaggio dei diritti umani.
È stato valorizzato e in un certo senso riscoperto il fatto che sia l’Istituto che il VIDES abbiano il riconoscimento che permette di essere presenti agli incontri delle Nazioni Unite. E’ una presenza che permette una partecipazione attiva anche nel prendere la parola, come è avvenuto in una delle giornate dove ci siamo pronunziate sulla situazione delle bambine i cui diritti vengono spesso violati.
Tutti gli interventi sono stati pensati e programmati per aiutare le partecipanti a saper tradurre in linee di azione i rispettivi progetti locali: gli interventi di suor MariaGrazia Caputo e Maria D’Onofrio dell’Ufficio dei Diritti Umani che hanno spiegato le dinamiche e i meccanismi di difesa dei diritti umani, di suor Leonor Salazar e di Elisabetta Murgia del VIDES Internazionale che hanno fatto meglio conoscere il contributo che VIDES insieme all’Istituto danno alla protezione dei bambini in situazione di disagio e all’empowerment dei giovani Alfred Fernandez (OIDEL) che ha chiarito l’impegno degli organismi governativi nella promozione e difesa dei diritti umani soprattutto del diritto all’educazione, Mons. Massimo De Gregori che si è soffermato sul significato della presenza della Chiesa alle Nazioni Unite, l’incontro con l’ambasciatore Enrico Serra (Italia) che ha sottolineato come la missione permanente dell’Italia contribuisce alla difesa dei diritti umani, l’incontro con la responsabile della Biblioteca, Cristina Giordano, che ha illustrato la storia e la ricchezza della documentazione contenuta a Palais des Nations, l’incontro con Elena Ippoliti, dell’Alto Commissariato dei Diritti umani, che ha affrontato il tema dell’educazione ai diritti umani.
La partecipazione alle sessioni del Consiglio ha dato pure la possibilità di incontrarsi con alcuni ambasciatori dei rispettivi Paesi (Timor Leste).
Le giornate si sono concluse con la stesura di un piano locale di advocacy sotto la guida di Maria D’Onofrio dell’Ufficio dei diritti umani con la possibilità di una mezza giornata di riflessione ad Annecy, sulle tracce di san Francesco di Sales.
Tratto dal sito www.cgfmanet.org