Scalze e in punta di piedi stiamo camminando su sentieri di dialogo, appena abbozzati, come mulattiere di montagna, che ci tengono deste, ad ogni bivio, attente ad individuare le “tacche” sulle pietre piuttosto che sui tronchi d’albero, per imboccare la via, quella giusta, senza rischiare di perderci nell’intrico di boscaglie infide e pericolose… e si cammina, giorno dopo giorno, accogliendo lo stupore della strada, la fatica, l’incognita, il fascino…e la bellezza del paesaggio…
Così è l’esperienza che stiamo vivendo, in dialogo con i nostri fratelli Musulmani, a Torino, in questo nostro tempo ferito, complicato, destabilizzante o foriero, troppo spesso, di burrasche amare, dal sapore di antichi totalitarismi e di violenze inaudite, inconcepibili, per un genere chiamato “umano”.
Abbiamo vissuto molti “eventi”, in quest’ultimo scorcio di tempo, prima e dopo il 27 ottobre, che ha segnato una tappa fondamentale del cammino: la XIII Giornata del Dialogo Islamo-Cristiano. Ed è proprio questo “il bello”: il “prima” e il “dopo”, rispetto ad un “evento”.
Perché ci sia realmente un cammino, perché ci siano un pensiero e delle scelte consequenziali a questo, è necessario credere, desiderare e costruire insieme un “prima” e un “dopo”.
La “bella notizia” è proprio questa: abbiamo vissuto e condiviso una preparazione alla Giornata, incontrandoci nelle “reciproche” case: la Moschea Taiba di via Chivasso, a Torino e la piccola sede del progetto “Aperta Mente Cittadine” in via Mameli, a Porta Palazzo… Insieme per la PACE: cristiani, musulmani, buddisti, evangelici, focolarini e francescani…donne, uomini, semplicemente, di buona volontà e in onesta ricerca spirituale. Il tema della giornata “Misericordia e Compassione, radici comuni…” ha favorito lo scambio dei pensieri, il nascere di iniziative, e la costruzione della giornata stessa che ha visto dimorare in Moschea più di 400 persone, intensamente raccolte nel medesimo spirito di preghiera, di riflessione e di invocazione, perché il nome di Dio non sia nominato invano, non sia coinvolto e violentato, lì dove in Suo nome vengono perpetuate stragi di ogni genere e di ogni colore… perché sempre, quando si usa il nome di Dio per operare violenza, si violenta innanzitutto Dio!
In questo spirito, dopo aver partecipato e condiviso l’iniziativa del 27 ottobre scorso, abbiamo desiderato continuare il dialogo, immaginando passi successivi e costanti.
Così lunedì 17 novembre abbiamo invitato nella Sala Rossa dell’Istituto Maria Ausiliatrice “27” di Torino, due amici, due saggi uomini di dialogo: Don Ermis Segatti e il Professor Younis Tawfik, entrambi docenti, scrittori, intellettuali e giornalisti, ma soprattutto entrambi uomini del nostro tempo…un cristiano e un musulmano, capaci di vedere, giudicare e…illuminare di “speranza critica” lo scenario della nostra storia, il clima delle nostre città, le paure legittime e non, nutrite da un panorama mediatico che, certamente, non aiuta percorsi di accoglienza e non nutre la volontà di reciproca conoscenza…
Noi ci abbiamo provato, consapevoli che “l’ignoranza, sempre, genera mostri” e che una via di dialogo sia quella dell’incontro, dell’ascolto, della messa a fuoco di interrogativi, del coraggio di porsi e porre domande, pur nell’umile consapevolezza di non riuscire ad ottenere sempre le risposte…o forse “le risposte che vorremmo sentirci dire”…
Non sappiamo che cosa ne sia nato, ma la presenza numerosa di tante Sorelle, provenienti non solo dalle Comunità di Torino, di alcune Volontarie della nostra Associazione e non solo, delle Postulanti, genererà sicuramente qualcosa di nuovo…e questo ci basta!
Sr Julieta e sr Paola, l’Associazione 2PR, il Centro Culturale Italo-Arabo “Dar Al Hikma”, la facoltà Teologica di Torino.
Per informazioni ulteriori vedere Facebook “Moschea delle Alpi” Torino e profili di Younes Tawfik e Don Ermis Segatti